Biodiversità di lieviti.

Questa ricerca è stata principalmente incentrata sull’analisi della biodiversità dei lieviti derivanti da vari ambienti alimentari, naturali agrari, industriali ed anche nosocomiali. Soprattutto nelle prime fasi dell’attività è stata svolta una ricerca di metodi molecolari innovativi da applicare alla tassonomia e alla determinazione della biodiversità microbica. Sullo stesso filone si è poi inserito lo studio di metodologie informatiche in grado di valutare nel modo più oggettivo possibile la messe di dati microbici e molecolari prodotti a ritmi sempre maggiori dalle tecnologie via via introdotte nel settore. Questi studi bioinformatici hanno portato, nel corso dell’ultimo decennio, a scrivere diversi pacchetti e software tutti gratuiti e multipiattaforma ed a partecipare al consorzio internazionale per il barcoding fungino. Una diramazione applicativa dello studio della biodiversità è stata la ricerca di marcatori microbici e molecolari per tracciare in maniera oggettiva e sperimentale i prodotti agricoli italiani, notoriamente soggetti ad altissima pressione di contraffazione. Questo filone si è concretizzato anche in uno spinoff e nella proposta di un Brevetto Europeo. Lo studio della biodiversità si è nel frattempo esteso alla comprensione di alcuni meccanismi genetici e molecolari che condizionano fortemente la capacità respirativa e quindi l’intensità di riproduzione sessuata in alcune specie di lievito. Questo filone ha portato dapprima ad affrontate lo studio dei metabolismi degli zuccheri, soprattutto nel caso di regolazioni inducibili e poi a studi per stimare la presenza del fenomeno Crabtree positivo anche in specie non modello scarsamente studiate. L’interesse per l’aspetto fisiologico si è ricollegato nel tempo con lo studio della biodiversità, proponendo comparazioni fra caratteri molecolari e fisiologici e poi si è esteso all’impiego della metabolomica mediante la tecnologia FTIR. Tale tecnologia è stata applicata sia per cercare marcatori metabolomici correlabili con quelli molecolari, sia per la stima del livello di stress indotto nelle cellule microbiche da vari agenti. Da questo tipo di studio è nata l’idea di stabilire un sistema modello che permetta di valutare, mediante analisi bioinformatica dei tracciati FTIR, l’effetto dei vari agenti su cellule microbiche (lieviti e o batteri) e su cellule umane, in modo da giungere ad un sistema che permetta di analizzare gli effetti sui lieviti per predire quelli provocabili sulle cellule umane.